In Scena – Novembre 2019

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Medea di Enrico Bagnato

Al teatro Duse di Bari si respira aria di mito con uno dei personaggi più celebri e controversi della mitologia greca: Medea. Un’opera teatrale di difficile rappresentazione, a cui però è stata data nuovamente anima grazie al testo di Enrico Bagnato, magistralmente interpretato da Cristina Angiuli, nel ruolo di Medea, Maurizio De Vivo, Giasone, Luigi Angiuli Creonte e Isabella Careccia, donna di Corinto. Un’ora di intensa rappresentazione teatrale in cui gli attori hanno brillato di una luce intrinseca, suggestiva, rafforzata dai bei costumi di scena e dalla musica evocativa di atmosfere rarefatte, esoteriche. L’impeccabile regia è di Luigi Angiuli, che firma uno spettacolo dal ritmo incalzante, Senza cali di tensione, perché in Medea di Bagnato ci si emoziona dal primo all’ultimo minuto. Valentina Nuzzaci

La buca nel sottoscala

Il 7 gennaio a Roma, al Teatro Studio Keiros, con un’anteprima speciale, Violetta Chiarini e Liliana Paganini hanno inaugurato l’edizione 2017 di “Monologando e dialogando insieme”, una rassegna teatrale dedicata ogni anno a drammaturghi attivi particolarmente sul territorio romano.  Lo  spettacolo, che resta in cartellone, sempre nell’ambito della Rassegna, ha come tema unico la guerra. Le due autrici attrici lo declinano ciascuna con un testo avente vita propria.  Apre Violetta Chiarini con “La buca nel sottoscala”, atto unico da lei diretto, oltre che scritto e interpretato. Accanto al personaggio della  protagonista ve ne  sono altri non presenti fisicamente sulla scena, ma evocati da lei  che con essi dialoga. Il Leitmotiv della pièce è cantato dalla stessa Chiarini col pianoforte di Antonello Vannucchi.  La cura del movimwento scenico è di Claudio Gnomus e l’aiutoregìa di Alessio Maria Maffei.  La vicenda rappresentata si svolge nel 1943 durante la  Seconda  Guerra Mondiale, in un paesino dell’Umbria.  Marito e moglie si amano, ma l’amore di lei, fatto di stima e concretezza, subirà un’amara disillusione. Lui non è l’uomo retto e coraggioso che lei crede e il colpo di scena finale rivelerà drammaticamente una sconvolgente verità.  Al testo drammatico della Chiarini seguono due monologhi brillanti di Liliana Paganini, pure interprete e regista di sé stessa, dal titolo complessivo “E’ tempo di guerra”. La vicenda è collocata in un futuro prossimo.  In un mondo in cui saranno chiamati in guerra gli anziani, due personaggi femminili si ritrovano alle prese, il primo  con la guerra, il secondo con il cibo…  Le repliche romane riprenderanno sabato 21 gennaio alle 17,  sempre al Teatro Studio Keiros e si concluderanno al Teatro L’Aura sabato 28 genneio alle 17.  Nell’intervallo tra le due recite lo spettacolo sarà rappresentato in piazze della Sabina e dell’Alto Lazio.

Paolo Puppa a Madrid

Il Dipartimento di Filologia Italiana della Università Complutense di Madrid e il Comitato di Madrid della Società Dante Alighieriorganizzano due giornate dedicate completamente al drammaturgo italiano Paolo Puppa, figura emblematica del teatro contemporaneo italiano e referente per le nuove generazioni di autori teatrali.

Le due giornate, coordinate da Elisa Martínez Garrido (Dipartimento di Italiano della Università Complutense di Madrid) e Donatella Danzi (Comitato di Madrid della Società Dante Alighieri, Parla Italiano Facendo Teatro), si articoleranno in tre momenti fondamentali: conferenza dal titolo Il teatro postpirandelliano in Italia, (14 novembre, Salón de Actos della UCM, Edificio E del Dipartimento di Filogía Italiana ore 11:30), laboratorio di scrittura (15 novembre, Salón de Actos della UCM, Edificio E. del Dipartimento di Filogía Italiana dalle 15:30 alle 19:00) e spettacolo teatrale La famiglia uccide. Due monologhi di e con Paolo Puppa (15 novembre, Sala El Umbral de Primavera, ore 20:30 ingresso gratuito previa prenotazione a info@ladantemadrid.com).

La performance di Paolo Puppa, La famiglia che uccide, tratta da Cronache venete, edito da Titivillus, presenta casi clinici che rimandano a miti antichi, calati nel Nord Est italiano (ma agevolmente spostabile in altri territori, anche extra italiani) di oggi, tra disagio, disperazione e paura di vivere. Personaggi appartenenti a mondi classici lontani, tra la tragedia greca e la Bibbia, sbucano fuori in una veste laicizzata e molto prosaica, come la trevigiana Fedra o la Salomè ricca ed annoiata a Pordenone. E ancora Menippo sognatore di voli olimpici per eccesso di psicofarmaci a Montebelluna, Caco killer di Asiago, Filemone vedovo sconsolato al cimitero di Cortina, Tersite pettegolo e folle a Piazzale Roma. Tutti incalzati da pulsioni assassine dentro la famiglia (in un volume precedente l’autore conferiva a simili drammaturgie il titolo significativo di Famiglie di notte), da lutti immedicabili, o da lividi rancori contro congiunti con cui dividere male l’aria di casa. La performance madrilena  prevede due monologhi, ovvero Abramo a Padova e Saturno a Mestre. In entrambi, lo sproloquio di un padre  ossessionato da impulsi omicidi verso la propria creatura, realizzati nel sogno, il primo caso, e nella realtà, il secondo. L’intervento drammaturgico e teatrale si inscrive quale omaggio devoto alla grande tradizione del grottesco spagnolo, tra Javier Tomeo e José Sanchis Sinisterra.
Paolo Puppa è ordinario di storia del teatro e dello spettacolo all’Università di Venezia.  Alle spalle  volumi su Pirandello, Fo, Rosso di San Secondo, Ibsen, D’Annunzio, Goldoni, Storie della regia e della drammaturgia, monografie su attori come Baseggio, su registi come Brook e sul monologo. Ha diretto per la Cambridge nel 2006 come coeditor, The History of the Italian Theatre, e Encyclopedia of the Italian Literature, Routdlege 2007. Nel 2013, Differences on stage, per la Cambridge Scholars 2013, è premiato  col  George Freedley Memorial Award. Nel 2014, La Serenissima in scena: Da Goldoni a Paolini (ETS). Come commediografo, ha all’attivo molti copioni, pubblicati, tradotti e rappresentati anche all’estero, tra cui La collina di Euridice (premio Pirandello ’96) e Zio mio (premio Bignami-Riccione ’99).   Si ricordano, in particolare Famiglie di notte, Venire, a Venezia, Cronache venete e Le commedie del professore.  Sempre nel 2006 ha ottenuto il premio come autore dall’ Associazione critici di teatro per Parole di Giuda da lui stesso recitato. Nel 2008 ha vinto il premio teatrale Campiglia marittima con Tim e Tom. Nel 2015,  il romanzo Ca’ Foscari dei dolori (Titivillus).

Prigionieri al settimo piano

Sino al 30 ottobre AL TEATRO DEI CONCIATORI di Roma PRIGIONIERI AL SETTIMO PIANO di Maria Letizia Compatangelo con Gianna Paola Scaffidi, Rosario Galli, Elia Paniccia
regia di Donatella Brocco

Due coniugi, Pino e Mariuccia, lui professore universitario ma ancora inquadrato come ricercatore, lei traduttrice dall’inglese di libri per l’infanzia, sono alle prese con un prestito che deve salvarli dalla rovina. 
Una coppia normale, di individui che un tempo sarebbero appartenuti al ceto privilegiato degli intellettuali, messa sotto torchio dalla crisi e dalla disonestà altrui. Sì, perché tutti i risparmi glieli ha mandati in fumo la banca con investimenti truffaldini. Fortuna che almeno avevano già comprato la casa! Purtroppo è al settimo piano di un palazzone di periferia, in un quartiere che la vicinanza all’università ha reso appetibile per gli speculatori. E infatti un’Immobiliare ha comprato lo stabile, che vuole ristrutturare per venderne gli appartamenti a prezzi decuplicati, e ha già sfrattato tutti i vecchi inquilini. Non loro, certo, ma essere proprietari significa dover versare la propria quota per il restauro, una cifra enorme, mentre  gli emissari dell’Immobiliare premono con “avvertimenti” minacciosi, che hanno la faccia da bello e dannato di Angelo, un ventenne cinico e corazzato. Prigionieri al settimo piano del palazzo in ristrutturazione, Pino e Mariuccia devono affrontare vari colpi del destino, sinché, finalmente, un prestito arriva…

TEATRO DEI CONCIATORI 
via dei Conciatori 5 – infoline 06/45448982